I costi energetici di una piscina - La Palestra

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Gestione

I costi energetici di una piscina

Quali sono le voci che costituiscono la spesa energetica di una piscina? E come possono essere correttamente distribuite?

Nel momento in cui si affronta la decisione se costruire o meno una piscina all’interno di un centro fitness, il problema dei costi di gestione appare spesso più rilevante di quello dei costi per la realizzazione. È opinione comune, sicuramente fondata, che la piscina abbia costi di gestione molto alti, ma spesso ci si lascia convincere da questa idea al punto di rinunciare all’investimento senza procedere prima ad una seria analisi di fattibilità economica.

Questo accade anche nel verso opposto, ovvero spesso si pensa di guadagnare moltissimo dalla realizzazione del nuovo impianto, non si progetta tenendo sotto controllo i costi con la conseguenza inevitabile di non riuscire ad ammortizzare l’investimento. È quindi di fondamentale importanza valutare l’investimento con molta attenzione, in special modo prima della realizzazione, poiché è in questa fase che le scelte che consentono risparmi futuri risultano facilmente percorribili. Recuperare la situazione dopo in alcuni casi può rivelarsi impossibile. Detto questo, procediamo ad analizzare punto per punto i costi e le scelte che consentono di risparmiare.

I costi energetici
Sono indubbiamente al primo posto anche e soprattutto perché si tratta in larga parte di costi fissi, che la piscina sia strapiena o desolatamente vuota va riscaldata e illuminata.
Con le attuali tariffe la voce che va tenuta maggiormente sotto controllo è quella dei consumi elettrici. Da questo punto di vista può sicuramente dare una mano un impianto fotovoltaico, tenendo comunque presente che le potenze impegnate sono notevoli, da 20 a 60 kW e oltre a seconda della grandezza dell’impianto e che il conseguente costo nonché la necessità di spazio di un impianto fotovoltaico non è trascurabile e va ammortizzato.

Anche la cogenerazione è utile solamente in alcuni casi, quelli nei quali viene consumata molta energia termica, altrimenti può risultare addirittura sfavorevole. Il maggior assorbimento elettrico è dato dai motori delle macchine termoventilanti (UTA – Unità di Trattamento Aria), a seguire dai motori delle pompe dei filtri, poi illuminazione, phon e altro. I punti sui quali è possibile intervenire sono sicuramente le UTA ma solamente se si scelgono macchine già dotate di ventilatori “intelligenti”, con motori comandati da plc e dotati di inverter, che modulino la portata d’aria in funzione di parametri ambientali e di presenza di utenti nella zona vasche.

Non ha molto senso inserire inverter sui motori delle pompe dei filtri a meno che si tratti di piscine molto poco frequentate, nelle quali vi siano tempi piuttosto lunghi senza la presenza di utenti. Per quanto riguarda l’illuminazione, la tecnologia a led ormai è diffusissima e garantisce risparmi molto importanti, mentre per l’energia elettrica consumata dagli asciugacapelli, unica vera voce di spesa variabile, è possibile intervenire tramite dispositivi a tempo, che siano o meno a pagamento.

I costi del riscaldamento
Per quanto riguarda invece i costi del riscaldamento, è molto più difficile definire quali siano i costi sicuramente imputabili alla presenza della piscina e quali no, questo non tanto perché il riscaldamento dell’acqua non sia definibile, ma perché la presenza della piscina, che va riscaldata ad una temperatura sicuramente superiore a quella dell’ambiante circostante, genera un risparmio sulle altre zone, che non si sarebbe avuto senza la presenza della piscina. Ciò è tanto più importante quanto il centro fitness nel suo complesso è piccolo, mentre nelle grandi strutture la questione può diventare quasi irrilevante.

Il costo del riscaldamento dell’acqua dipende dal delta di temperatura tra entrata ed uscita e dalla quantità di acqua da riscaldare, ma anche dalle dispersioni termiche della struttura (che incidono maggiormente se la struttura è piccola) e da dove e come sono collocati l’impianto di trattamento e la vasca di compenso. Ancora una volta, però, ciò che incide maggiormente è il costo del riscaldamento dell’aria.

Questa voce di costo è soggetta a molte variabili: la coibentazione dell’ambiente, il posizionamento e la progettazione dei canali dell’aria, la UTA. In questo caso, sarebbe sempre auspicabile la scelta di una macchina termoventilante ad alto recupero energetico, in grado di recuperare il calore latente dell’acqua evaporata prima di espellerla all’esterno. Le macchine più performanti sono in grado di recuperare tutto il calore dell’aria calda espulsa, cedendolo all’aria fredda che entra dall’esterno, e buona parte del calore dell’acqua evaporata, restituendolo all’acqua stessa.

È fondamentale pensare alla piscina non come ad un ambiente da riscaldare più di un altro, ma come una pentola in evaporazione, che resta senza coperchio per la maggior parte del tempo. Si tratta di un concetto che implica scelte impiantistiche completamente differenti rispetto a quelle che si operano in ambienti quali grandi capannoni oppure palazzetti dello sport. Progettare correttamente il riscaldamento di una piscina è fondamentale per non sprecare calore.

La spesa per l’acqua
L’ultima voce delle spese energetiche è quella relativa all’acqua ed è la più facile da calcolare: basta sommare al volume della vasca, che va vuotata una volta l’anno, con un ricambio giornaliero del 5% e con una media di 70 litri di acqua a bagnante per quanto riguarda la doccia. Il risparmio dell’acqua in quanto tale è difficile da operare se e finché non cambierà la norma che prevede un ricambio di acqua giornaliero minimo del 5% e la riutilizzazione dell’acqua scaricata è possibile solamente per i bagni. La norma impone inoltre che per la piscina si utilizzi acqua potabile, il che rende impossibile il riciclo di acqua proveniente da fonti diverse rispetto all’acquedotto o ad un pozzo potabilizzato.

Come risparmiare?
È però possibile operare significativi risparmi per quanto riguarda i consumi energetici. Ne elenchiamo alcuni:
1. Coibentazione dell’ambiente È sicuramente un aspetto fondamentale, poiché nulla può funzionare se il calore ha la possibilità di uscire troppo facilmente;
2. Copertura con i teli durante la notte – Ciò consente non tanto di non far raffreddare l’acqua durante le ore notturne quanto di spegnere la termoventilante che abbiamo visto essere la macchina maggiormente energivora, consentendo un risparmio medio del 20-30% sulla somma dei costi di energia elettrica e riscaldamento;
3. UTA ad alto rendimento – Anche questa scelta impiantistica consente di risparmiare notevolmente, anche più del 30%;
4. Recupero del calore dell’acqua ricambiata – È possibile, attraverso una modifica dell’impianto, recuperare il calore dell’acqua che deve obbligatoriamente essere ricambiata, che viene stoccata in una apposita vasca dalla quale viene utilizzata per il controlavaggio dei filtri, che viene quindi fatto con acqua fredda e non con acqua calda.

In sostanza, più che con fonti alternative di energia è possibile risparmiare in piscina non sprecando il calore che viene prodotto. Coibentare e recuperare devono essere le priorità assolute in qualunque impianto. Progettandolo correttamente se è nuovo ma anche ristrutturandolo con i criteri corretti se non lo è più.

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