Questa volta, parliamo soprattutto di storytelling - La Palestra

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Marketing

Questa volta, parliamo soprattutto di storytelling

Parola molto abusata ultimamente, ma che con il marketing c’entra eccome, visto che tutta la comunicazione d’azienda passa attraverso il concetto di “narrazione”. Pensate al vostro sito: nei testi avrete di sicuro puntato sui vostri fattori di forza, ed evidenziato i vostri valori, quelli per i quali la gente è disposta a pagare l’abbonamento nei vostri club.

E se non l’avete fatto, è forse giunto il momento di rifletterci sopra.

Il concetto di storytelling con il web potrebbe sembrare avere meno a che fare, invece nel web può trovare interessanti spunti.

A partire da un video di YouTube in cui Andrea Fontana, uno dei maggiori studiosi dell’argomento e autore del recentissimo e straconsigliato Storytelling d’impresa (ed. Hoepli), racconta le competenze fondamentali per attuare un appropriato “corporate storytelling”. Lo trovate qui:

Qualcuno potrebbe storcere il naso, e dire che questo è un lavoro per specialisti, per chi si occupa di marketing tutti i giorni: noi invece siamo nelle nostre sale attrezzi, o dietro le nostre reception, a faticare per accontentare i clienti, altro che storytelling.

Bè, inviterei chi la pensa così a leggersi un ottimo articolo, dall’illuminante titolo: “Da storytelling a storyworking” di Robi Veltroni, albergatore e fondatore del blog Officina Turistica; parla di ristorazione e turismo alberghiero, ma si rivolge al mondo dei servizi afflitto dalla crisi, dalle continue svendite, dagli specchietti per le allodole. Io ci ho trovato molto cuore, e una frase finale che vorrei intanto riportare qui per intero: 

Dobbiamo raccontare il nostro lavoro mentre lo facciamo, mentre costruiamo le vacanze degli altri, e questa cosa la possiamo fare solo noi, rivolgendoci direttamente ai nostri ospiti senza intermediari o storyteller, ché l’ospitalità siamo noi che la facciamo.

Se alla parola “vacanze” sostituiamo “benessere”, non vi ci ritrovate molto anche voi?

Qui potete trovare il resto dell’articolo

Raccontare una storia non è complicato. Lo facciamo tutti i giorni, in qualche modo. Ma coinvolgere gli altri con la “nostra” storia, fino a farli avvicinare, provare e comprare il nostro servizio … bè, quella è una bella competenza, che impone attenzione e rigore.

Una specie di scheletro narrativo che ci possa fare da guida lo si trova in un articolo di Tom Albrighton sul sito della web agency ABCcopywriting, dal titolo emblematico: Che cosa davvero rende bella una storia?”.

È in inglese, lo so, non uccidetemi, ma d’altronde gli studiosi di marketing sono per lo più anglosassoni; e poi, c’è un’utile infografica che forse anche i non anglofoni possono intuire.  L’articolo è del 2013, vero, quindi non propriamente nuovo. Ma se pensiamo che i principi narrativi trovano i loro fondamenti nei racconti omerici e che il libro-guida per chi di lavoro scrive storie è “L’eroe dai mille volti”, saggio dell’antropologo Joseph Campbell pubblicato nel 1949, tutto sommato siamo ultramoderni.

Prima di raccontare la propria storia, bisognerebbe però conoscere bene da dove si parte.

Per questo motivo, consiglio vivamente la lettura di un libro, Creare modelli di business (FAG edizioni), il risultato degli studi dell’ingegnere svizzero Alexander Osterwalder sul design thinking applicato al business. È un libro semplice, istruttivo, divertente, utilissimo per riflettere sulla strada che si sta percorrendo, su dove ci porta (e su dove invece, ahimè, vorremmo andare…). Immancabile sulla scrivania di ogni vero manager, sarebbe bellissimo che lo fosse anche su quelle dei titolari di ogni palestra.

Non si può parlare di narrazione aziendale senza ricordare, però, che i social media ormai sono i luoghi dove il racconto di ciò che siamo passa da forma a sostanza. Scrivere un post sbagliato, contravvenire alle regole non scritte del galateo social, banalizzare i propri valori possono fare più danni di un abbonamento regalato a chi non lo merita. Soprattutto perché qualcuno potrebbe parlar male di voi, e voi non accorgervene nemmeno. Ecco quindi Perch, la nuovissima app che consente ai gestori e titolari di monitorare le recensioni su Google Maps, Yelp, Foursquare, Instagram, Twitter e naturalmente Facebook, e rispondere in tempo reale: www.perchapp.com

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