Allenamento terza età - La Palestra

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Fitness

Allenamento terza età

Oggi si assiste ad una rivalutazione del periodo della terza età da parte delle figure impegnate a promuovere il fitness e il benessere delle persone, nel segno dell’invecchiamento attivo

Gli operatori del benessere sono impegnati nel permettere il raggiungimento del successful aging, ovvero un invecchiamento che garantisca una vita pienamente autonoma.

L’invecchiamento della popolazione
Nel corso dei due ultimi secoli la vita media è raddoppiata. In base alle statistiche Eurostat, l’età media nell’UE, attualmente di 40.9 anni, salirà entro il 2060 a 47.2 anni (figura 1). In Italia, secondo i dati del 2011 dell’Ufficio Stampa Istat e il Centro Diffusione Dati Istat (Il futuro demografico del paese: previsioni regionali della popolazione residente al 2065) l’età media passerà dai 43.5 anni del 2011 ai 49.8 anni previsti nel 2059.

Figura 1: proiezioni della divisione della popolazione nell’UE per gruppi di età (Source: Eurostat -online data code: proj_10c2150p)

La pratica sportiva nella terza età
Tra le varie iniziative intraprese a livello comunitario per incrementare i tassi di partecipazione allo sport e all’esercizio fisico, poche sono state rivolte in maniera specifica alle generazioni più anziane. Secondo un sondaggio Eurobarometer datato ottobre 2009, la percentuale di over 70 anni impegnati in esercizio fisico non sportivo con una certa regolarità è circa il 54% delle donne e il 63% degli uomini (figura 2).

Figura 2: Percentuale della popolazione dell’EU-27 che pratica sport per fascia d’età (dati Ottobre 2009) – Source: European Commission, Special Eurobarometer No. 334 – Sport and physical activity

Aspetti fisiologici dell’invecchiamento
L’invecchiamento è caratterizzato da cambiamenti strutturali e funzionali che portano a un generale degrado delle risposte neuro muscolari. Come conseguenza, il processo di invecchiamento determina una ridotta abilità di sviluppo della forza esplosiva e dello sviluppo della forza massima e un deficit nel controllo statico e dinamico della postura. La sarcopenia (declino per invecchiamento della massa muscolare) è determinata a livello fisiologico da una riduzione del numero e della dimensione delle fibre di tipo II, a loro volta dovuti ai processi di perdita d’innervazione e di nuova innervazione delle fibre muscolari, e alla riduzione nel numero delle cellule satelliti. Fra le numerose conseguenze del degrado delle risposte neuromuscolari emerge la difficoltà di mantenere la postura eretta e, quindi, l’aumento del rischio di cadere. I cambiamenti correlati al progredire dell’età variano da individuo a individuo e dipendono dalla somma di influenze genetiche e determinanti ambientali, quali alimentazione, stile di vita, esposizione a sostanze nocive o a contingenze dannose per l’organismo, con conseguente aumento della vulnerabilità di fronte a vari agenti patogeni. Un altro aspetto correlato all’età è rappresentato dal numero di malattie che possono coesistere nello stesso individuo, determinando l’uso di più farmaci e con il rischio di danni ad essi connessi. Per garantire un invecchiamento il più possibile fisiologico, quindi, sono necessari interventi rivolti ad ambiti diversi: per la salute fisica è importante ridurre ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, fumo, diabete mellito, osteoporosi; per la salute mentale sono importanti gli interessi culturali, per esempio la lettura, l’impegno in attività artistiche o artigianali, e una adeguata stimolazione psicoaffettiva.

Per quanto riguarda l’abilità funzionale, il mantenimento di un certo grado di attività fisica è un sicuro metodo per conservare il più a lungo possibile le capacità funzionali necessarie per mantenere l’autosufficienza: una regolare attività fisica costituisce un fattore protettivo nei confronti della comparsa della disabilità in età avanzata, mentre la sedentarietà è un importante predittore di declino funzionale nell’anziano.

Quale attività fisica è indicata per gli anziani
Nella terza età l’allenamento per lo sviluppo della forza innalza la capacità di produzione di forza sia nella sua espressione massima che esplosiva, grazie a fattori muscolari e neuronali, e anche un migliore schema di reclutamento delle unità motorie nella loro percentuale di scarico e sincronizzazione. Inoltre l’allenamento mirato all’ipertrofia muscolare produce un aumento nel numero delle cellule satelliti. In questi anni le ricerche si stanno sempre più focalizzando sugli effetti di programmi di allenamento studiati in modo specifico per l’esecuzione nella popolazione anziana. Nel prossimo futuro, dunque, l’allenamento della forza potrebbe essere sostituito da forme di allenamento di potenza e allenamenti di equilibrio basati e scelti in base alle alterazioni presenti nell’anziano, in grado di potenziare le articolazioni e ridurre il rischio di cadute, permettendo di avere una popolazione anziana più attiva.

Secondo il DHHS, Department of Health and Human Services del Ministero della Salute Americano, e l’ACSM (American College of Sport Medicine) nell’allenamento della popolazione anziana sono necessari:

– attività aerobica: 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata (cioè di intensità 5 su una scala di 10 e comunque tale che permetta di parlare durante l’esecuzione) come camminare, correre, ballare, nuotare, jogging, acquafitness, bicicletta, tennis, da svolgere divisi in 30 minuti per 5 giorni (nel caso non si riesca a svolgere 30 minuti continuativi si potrebbero dividere ulteriormente in sessioni di 10 minuti per 3 volte) oppure 20 minuti al giorno di attività aerobica elevata (7-8 su scala di 10) per 3 giorni a settimana

– attività di forza e resistenza muscolare: sono indicate attività come esercizi con macchinari e/o pesi, esercizi callistenici, Tai Chi, da svolgere con 2 sessioni di allenamento a settimana con 8 a 10 esercizi di 10-15 ripetizioni che coinvolgano i principali gruppi muscolari

– attività di mobilità articolare: occorrerebbe eseguire esercizi di stretching e movimenti che permettano di raggiungere la massima escursione articolare con frequenza di almeno 2 giorni a settimana e intensità moderata, con movimenti statici anziché balistici.

Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni (AE2012)
Il 2012 è stato proclamato dall’Unione Europea “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni (AE2012)” con Decisione N. 940/2011/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 Settembre 2011. Nel quadro dell’Anno europeo 2012 dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, il tema dell’invecchiamento viene affrontato sotto diversi aspetti connessi alle sfide demografiche, al mercato del lavoro, allo sviluppo dei servizi sociali destinati agli anziani e al sostegno alla cosiddetta “silver economy”. In particolare si chiede alla Commissione e agli Stati membri di adottare, entro il 2012, dei principi comuni in tema di invecchiamento attivo, in relazione all’occupazione, alla partecipazione alla vita sociale e allo sviluppo di una vita sana, indipendente e dignitosa. Invecchiare attivamente significa partecipare pienamente alla vita della collettività, sentirsi realizzati anche dal punto di vista lavorativo, utili alle nuove generazioni grazie al proprio bagaglio di esperienza, invecchiare in buona salute e conservare una capacità funzionale che permetta di condurre una vita autonoma e priva di disabilità.

Pierluigi Migliati

Per approfondimenti:

http://meravigliosocorpo.blogspot.it/2012/05/conosciamo-i-processi-psico-fisici.html

http://www.tuttosanita.it/PugliaSalute/Anno2004/PugliaSaluten%C2%B01%20PDF/050-055.pdf

http://personalblogtrainer.blogspot.it/

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