Il bilanciamento strutturale in palestra - La Palestra

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Gestione

Il bilanciamento strutturale in palestra

Semplici valutazioni, tese ad evidenziare piccoli scompensi, sono fruibili dal Personal Trainer che abbia esperienza in tale campo.

Spesso accade che, pur lavorando intensamente, i risultati stentino ad arrivare, oppure che vecchi fastidi si ripresentino, o, ancora, che piccoli difetti fisici, prima invisibili (ad es. una leggera scoliosi), si facciano notare. Ciò capita, a volte, in assenza di un’analisi corporea preliminare e di un bilanciamento muscolo-osteo-articolare preventivo.

Esame muscolare

Consiste in una serie di test tesi alla ricerca di debolezze muscolari. Questi si esauriscono in un’analisi della forza e della lunghezza (L.O.M) dei piccoli muscoli fino alla valutazione delle grandi masse muscolari. Inquadrate eventuali ipofunzionalità muscolari si potrà, eventualmente, ipotizzarne le cause:

  • sindrome posturale
  • atrofia da ipoattività
  • traumi.

I risultati andranno inquadrati in un contesto generale, ed in particolare nel tipo di lavoro e di attività fisica condotta.
Ovviamente i test (vedi Kendall) vanno eseguiti in rispetto ai decorsi muscolari (origine, inserzione, azione, eventuale inversione di funzione), ed all’interno della barriera fisiologica (vedi Kapandji).

Misurazioni antropometriche

Il trainer in sede obiettiva valuta sia i parametri inerenti la FFM (volumi – circonferenze, % di FM) sia quelli relativi ai punti di repere ossei, allo scopo di evincere eventuali eterometrie o caratteristiche anatomiche particolari rendenti ragione della presenza di asimmetrie posturali (es. differente lunghezza degli arti inferiori).

Analisi del R.O.M (range of motion)

Consente di stabilire esercizi, macchine da utilizzare, eventuali asimmetrie esecutive. La pratica richiede l’uso di un goniometro, anche se attualmente il metodo più indicato, ma ancora costoso, prevede il posizionamento di markers su segmenti articolari rilevabili da una telecamera collegata ad un computer.
Essi permettono la registrazione della posizione del segmento esaminato collocandolo nello spazio tridimensionale, ciò permette di quantificare le ampiezze dei movimenti articolari.

Questi test vanno eseguiti tenendo presente i gradi fisiologici delle articolazioni ed i piani dello spazio su cui queste muovono

Elaborazione dei dati

Quanto effettuato dovrebbe fornire dati precisi sul lavoro da svolgere. Tale esposizione dovrà tendere al riequilibrio statico-dinamico del soggetto, per poi fissarne i risultati coadiuvati da un protocollo di mantenimento e da un lavoro di potenziamento globale. In fine al cliente potrà essere proposto un lavoro tendente le sue richieste.
Qualora i test evidenziassero traumi neurologici come, ad esempio, parestesia, disturbi della deambulazione o disfunzioni patologiche, ascendenti o discendenti, come, molto spesso accade, relative all’ATM, il lavoro del trainer dovrà obbligatoriamente essere supplito dall’operato di un Odontoiatra, o di un Osteopata.

Sul campo
P. R. maschio \ 21 anni \ 1,82 m x 74 kg x 12% FM \ studente Esame obiettivo: cavismo + inversione del piede dx compensato a sx, tensione quadricipite dx, iporesistenza + ipotonicità IPT dx, tensione psoas-iliaco dx, rotazione laterale dell’anca dx, torsione sacrale dx-dx, L5 in rotazione sx, rachide lombare atteggiato in lateroflessione dx, rachide dorsale atteggiato in lateroflessione sx ed ipercifosi, tensione del quadrato dei lombi sx + iporesistenza di quello dx, ipomobilità scapolo-omerale sx, iporesistenza + ipotonicità del pettorale e del dorsale sx, anteriorità scapolo-omerale dx. Il cliente chiede un aumento del trofismo muscolare.
A seguito di un controllo di valutazione potrà essere proposto un 2° programma:
In seguito, sarà possibile pianificare un work-out relativo alle effettive richieste del cliente, tendente, in questo caso, all’ipertrofia muscolare. Mezzi, metodiche e presidi saranno a discrezione del PT. Ad oggi P.R. pesa 81 kg x 11% FM e risulta fisiologicamente bilanciato.

Francesco Barbato

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