Il consulente d’immagine in palestra - La Palestra

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Gestione

Il consulente d’immagine in palestra

Stile e look appropriato, capacità di porre in risalto i propri punti forti. Sono i servizi offerti dal fashion consultant: una figura che potrebbe trovare spazio anche nei centri fitness?

 

 

La figura del fashion consultant, o consulente d’immagine, nasce negli USA sul finire degli anni settanta. Inizialmente si rivolge alle persone del mondo dello spettacolo, che necessitano di ottenere il massimo dalla propria persona per motivi professionali. Col tempo, però (e di anni ce ne sono voluti parecchi) comincia ad affacciarsi nelle realtà urbane più importanti, coinvolgendo anche la gente comune, che ambisce a migliorare il proprio look.
Le doti fondamentali di questo consulente sono, ovviamente, una particolare sensibilità e propensione a cogliere gli aspetti vincenti di un individuo, esaltandoli e minimizzandone i difetti nell’aspetto. Oltre a ciò, il buon consulente d’immagine deve riuscire a supportare il proprio cliente nella scelta dell’abbigliamento (non confondiamolo però con il personal shopper) più idoneo alla propria struttura fisica ed ai propri tratti somatici, non tralasciando i colori naturali, come occhi, capelli e carnagione.
Talvolta la visione del consulente contrasta nettamente con quella del proprio cliente, e la sua bravura sta nello spiegare quali sono i punti che lo fanno propendere per una scelta stilistica anziché per un’altra. Spesso è il cliente che chiede al consulente che look adottare in relazione ad una determinata necessità.

Il fitness e il fashion consultant

Ma cosa c’entra qualcuno che ti dice come vestirti o pettinarti in una palestra? Ad una prima analisi forse nulla. Ma non è così. Innanzi tutto bisogna distinguere le due categorie principali di frequentatori di una palestra: i body builder vecchio stampo ed i cultori dell’immagine e del fisico tonico. Sicuramente il bodybuilder sorriderà sapendo che esiste qualcuno che si occupa d’immagine, poiché il suo scopo principale è di far crescere la massa muscolare il più possibile. Diversamente, il frequentatore fitness (definiamolo così) lo riterrà un valido servizio offerto dal club, una consulenza molto utile, da affiancarsi alla professionalità del personal trainer o dell’istruttore generico.

La clientela del fashion consultant
Chi di noi entrando in palestra per l’allenamento consueto non si è trovato di fronte, specialmente a settembre quando si decide di tornare ad allenarsi dopo la pausa estiva, schiere di ragazzini che si fanno in quattro per rendere il loro fisico più tonico e piacevole? Li osservi e pensi “oltre al fisico c’è qualcos’altro che non va!”. Con il passare dei mesi, questi giovani atleti, grazie alla loro tenacia e alla bravura dell’istruttore, riescono a modellare armoniosamente il loro corpo, ma manca ancora qualcosa. E allora cominci a realizzare cosa non va.
Tagli di capelli inadeguati al viso, sopracciglia un tantino troppo folte, occhiali dalle montature improponibili ecc. Osservandoli uscire, poi, come non notare l’abbigliamento troppo spesso inadeguato all’altezza o al fisico. Sciocchezze, se vogliamo, e se osserviamo la natura stessa di una palestra, ossia lo scopo di migliorare il fisico e la sua prestanza. Occorre però andare oltre alle visioni tradizionali e capire essenzialmente l’esigenza di chi, come i nostri giovani amici che cominciano ad allenarsi, si affaccia al mondo del fitness. Se chiederemo all’utente che entra per la prima volta in palestra quali sono i suoi obiettivi, molto probabilmente dirà che vuole essere semplicemente più bello, in forma, piacere di più. Se non lo dirà non sarà perché questi non siano i suoi veri obiettivi, ma probabilmente perché la timidezza gli impedisce di confidarsi liberamente con l’istruttore.
Molto spesso è l’utente stesso che, non vedendosi al massimo dello splendore, chiede consiglio all’istruttore, solitamente di bell’aspetto e sicuro di sé, nella speranza di poter diventare come lui. Purtroppo, però, chi insegna come allenarsi è un tecnico, e come tale ha delle competenze specifiche importantissime, ma potrebbe non avere la sensibilità e l’accortezza per migliorare l’aspetto esteriore “non muscolare” del proprio allievo. In una struttura particolarmente attrezzata, come ce ne sono sempre più, il fashion consultant si muoverebbe autonomamente, ma potrebbe anche agire in simbiosi con altre figure presenti, come il personal trainer o l’istruttore.
Fondamentale dovrebbe essere il lavoro sinergico con quelli che saranno i suoi “strumenti del mestiere”, l’acconciatore e l’estetista, per citarne alcuni. La prima domanda che si farà l’imprenditore titolare del centro fitness sarà: ma quanto mi costa questa innovazione? Sicuramente se si hanno a disposizione istruttori con le capacità richieste, il lavoro può essere enormemente ottimizzato. Diversamente ci si può rivolgere a consulenti esterni, che dovrebbero operare part-time in giornate prestabilite e, ovviamente, previo appuntamento. Inizialmente questa novità può essere vista con diffidenza dai più tradizionalisti (come del resto tutte le novità) e per tal ragione dovrebbe essere presentata con iniziative ad hoc, distinguendo da subito i soggetti che più apprezzerebbero un simile servizio. Una consulenza personalizzata potrebbe essere offerta ai nuovi iscritti, o ai vecchi quando rinnovano l’abbonamento annuale, o durante promozioni varie.

Considerazioni finali
Se osserviamo i cambiamenti che ha subito la “palestra” intesa come ambiente dove ci si allena, osserveremo che dagli albori in cui si allenavano i bodybuilder al ritmo di Kiss o Van Halen, sollevando bilancieri curvi per il peso o manubri vicini al quintale, ad oggi, sembrano passati mille anni. La palestra non è più appannaggio di questi poderosi giganti (non me ne vogliate!) ma si è evoluta offrendo corsi, lezioni, assistenza e consulenza personale. Sorrido pensando a come, dieci anni fa, il personal trainer (per fare un esempio) fosse roba da vip o da film, mentre oggi è normale vederne due o tre in ogni palestra.
Quando discutendo con dei professionisti affermati del settore, ho azzardato l’idea dell’adozione di una simile figura nel centro fitness le risposte sono state le più varie. Un vecchio amico, rimastone affascinato, ha obiettato che sarebbe un’ottima scelta, ma nelle realtà ubicate nelle grandi città, e non nei centri di provincia: ricordiamoci che una decina di anni fa dicevano lo stesso del già citato personal trainer! Sicuramente sarà il titolare della palestra a far capire ai propri clienti che la figura del consulente d’immagine non è la solita trovata di marketing, ma una figura che si va ad aggiungere all’organico presente, per offrire un servizio in più. In fin dei conti, se osserviamo cosa offre oggi una palestra, notiamo come ci siano spesso più cose estranee al puro allenamento, come solarium, saune, bar, distributori di bevande e altro, che però rendono la struttura apprezzata e scelta sempre da più persone.
Il core business di una palestra è ovviamente la soddisfazione della clientela. Questo si traduce in fidelizzazione e significa che l’obiettivo è stato raggiunto. Certamente l’inserimento di un fashion consultant non coinvolgerà la totalità degli iscritti, ma, come già accade per il personal trainer, quella selezione di frequentatori che sono particolarmente attenti alla loro persona (e diciamolo, anche i più facoltosi) e amano farsi “coccolare” in quella piccola porzione di giornata che spendono in palestra.
La palestra di domani, per necessità o per scelta, in virtù della sempre maggiore attenzione che si dedica all’immagine, vedrà nel proprio organico anche figure che sanno consigliare che taglio di capelli si adatta di più alla forma del viso o quale colore risalta maggiormente con quello dei nostri occhi. E quando ciò accadrà, ci chiederemo come mai ci sia voluto tanto tempo per inserire un fashion consultant nell’organico del nostro club!

Alessandro Galante

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