Il sale dell’Himalaya - La Palestra

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Il sale dell’Himalaya

Le insospettabili virtù di un sale che viene da molto lontano

Il sale è un elemento tanto semplice quanto indispensabile per la vita stessa. Senza alcuni sali minerali come il sodio e il potassio in esso contenuti il nostro sistema nervoso centrale verrebbe compromesso, mentre al contrario, pochi grammi di troppo, possono trasformarlo in un veleno per l’organismo. Il sale rosa cristallino dell’Himalaya è un sale fossile, antico di centinaia di milioni di anni, integrale, ricco di minerali e bioenergicamente puro. Per le sue numerose proprietà, questo sale può essere usato per curarsi, mantenersi giovani, cucinare e per altri svariati e numerosi impieghi a vantaggio della nostra salute e del nostro benessere. Il sale è anche fondamentale per la nostra stessa esistenza, perché, consentendo la conduzione di corrente elettrica, è fondamentale per i processi bio-elettrici che coinvolgono cellule e sistema nervoso: l’organismo umano ha infatti bisogno di almeno 0,2 grammi di sale senza i quali si avrebbero seri problemi in tutti i processi di trasmissione di segnali sensoriali e motori del sistema nervoso stesso. Ma il pericolo maggiore oggi è il suo abuso: in Europa il consumo di sale giornaliero è di 15/20 grammi, mentre i reni riescono ad eliminarne solo 5/7 grammi con conseguenze molto dannose.

Le proprietà del sale himalayano
Nel sale himalayano sono disciolti alcuni minerali in proporzioni variabili e circa 84 oligoelementi in tracce ed è soprattutto dal punto di vista biofisico che si rivela un prezioso veicolo energetico: diverse ricerche biofisiche hanno dimostrato l’efficacia del sale cristallino sull’organismo umano effettuando una misurazione dello stato bio-energetico, ossia la vitalità degli organi. In poche parole, si riesce, eseguendo queste misurazioni prima e dopo aver bevuto la soluzione idrosalina, a determinare gli effetti del sale cristallino sulla salute, osservando le reazioni elettriche ed energetiche e i loro cambiamenti. Questi studi hanno dimostrato una accresciuta vitalità dell’organismo nel suo insieme, oltre che un miglioramento nei meccanismi di autoregolazione del corpo. Il sale cristallino ha la capacità di stimolare l’organismo a depurarsi riequilibrando i deficit energetici, purché non subisca alcun tipo di manipolazione, restando integro come si è formato nei millenni. I sali fossili terapeutici sono sali di miniera dalle alte proprietà bioenergetiche e sono essenzialmente due: il sale cristallino e il sale “halite”.
Il sale “halite” o “sale diamante himalayano” è considerato il sale cristallino più pregiato. È un sale fossile naturale privo di inquinamento che possiede elevate qualità bioenergetiche, perché si forma nella parte più interna dei giacimenti di sale himalayano, quella più lontana dagli elementi minerali. Il colore, di solito, è naturalmente bianco per l’assenza o le lievi tracce di minerali mentre il reticolo, perfetto sia internamente che esternamente, rende questo sale unico al mondo.
Il sale cristallino himalayano si è formato anch’esso con le enormi pressioni e il calore che nei millenni ne hanno formato il reticolo perfetto solo internamente, perché all’esterno si presenta in forma grezza. Il colore va dal rosso-bruno al rosa chiaro a seconda della concentrazione e dal tipo di minerali disciolti in esso, viene estratto il più delle volte a mano e si trova in commercio in tre tipi di pezzature: fine, granulato e a pezzi.

Gli altri sali buoni
Altri sali che possono essere utilizzati efficacemente sulle nostre tavole sono: il salgemma e il sale marino non raffinato. Il primo è un sale fossile come quello cristallino, dove però i minerali che lo compongono non sono legati al reticolo cristallino o lo sono solo in parte superficialmente. Questo lo rende un prodotto naturale e non aggressivo come il sale da cucina comune, ma i minerali non sono comunque facilmente assimilabili dall’organismo e i reticoli imperfetti non forniscono il prezioso quantitativo di energia del sale cristallino. Le tonalità di colore sono simili a quelle del sale cristallino himalayano da cui si può distinguere solo con certificati di provenienza.
Il sale marino non raffinato viene solitamente estratto per evaporazione dall’acqua marina delle saline in vari paesi bagnati dal mare. Purtroppo i mari però sono ormai inquinati da fertilizzanti, prodotti chimici, petrolio, anidride solforosa e monossido di carbonio oltre che dai metalli pesanti degli scarichi industriali, trasformando anche il sale marino in un veleno per l’organismo. Dal punto di vista biofisico non ha inoltre una conformazione reticolare cubica ed è pertanto meno interessante dal punto di vista energetico.

I sali cattivi
I sali che devono invece assolutamente essere evitati perché molto pericolosi per la nostra salute sono il sale da cucina raffinato, il sale iodato e il sale fluorato.
Il sale da cucina raffinato è il tipo di sale più usato e conosciuto, solitamente è salgemma o sale marino raffinato industrialmente. È al 99,97% cloruro di sodio e il restante 0,03% antiagglomeranti, talvolta nocivi. I procedimenti di raffinazione per estrarre i minerali e gli olioelementi rendono il sale semplice cloruro di sodio che viene riconosciuto dall’organismo come elemento nocivo, che quindi per cercare di espellerlo circonda le molecole di cloruro di sodio con molecole di acqua, privandosi dell’acqua legata alla loro stessa struttura morendo: ogni grammo di cloruro di sodio necessita di oltre 20 grammi di acqua per poter essere eliminato. Il sale in eccesso viene ricristallizzato e si deposita nelle articolazioni e nelle giunture provocando artriti, reumatismi, gotta e disturbi renali. Il trattamento del sale iodato invece è un vero e proprio paradosso: vengono eliminati per raffinazione i minerali e gli oligoelementi naturalmente presenti nel sale, tra cui lo iodio, per poi essere additivato artificialmente con piccole quantità di iodio, la cui provenienza non è comunque garantita da nessun organismo certificatore.

Il sale fluorato è un prodotto della nostra era industriale: i fluoruri sono tossici a livello enzimatico e cellulare, colpendo soprattutto reni, fegato e cuore, apparato scheletrico e sistema nervoso.

Caratteristiche e provenienza del sale himalayano
Il Codex Alimentarius Commition, la Commissione istituita dalla FAO e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per proteggere la salute dei consumatori e assicurare la correttezza degli scambi internazionali, prevede che il sale debba essere formato minimo al 97% da cloruro di sodio e non deve contenere metalli pesanti quali cadmio, mercurio, rame, arsenico e piombo se non in tracce. Nel sale integrale himalayano sono sempre presenti diversi minerali disciolti in proporzioni variabili, che legati al reticolo cristallino sono biodisponibili e vengono assimilati velocemente: il magnesio, il calcio, lo zolfo, il ferro, il potassio, lo iodio e oligoelementi.
Le miniere di sale himalayano si trovano sulla Salt Range, una catena di montagne che fa parte del complesso himalayano della provincia del Punjab pakistano. Quasi tutto il sale himalayano in commercio proviene da questa zona.
Il prezzo per un kg di sale himalayano si aggira intorno ai 5,00 euro per tutte le pezzature (ma è destinato a calare), mentre per il sale halite il prezzo va dai 9,30 euro al kg, ma può arrivare fino ai 92,00 euro per motivi puramente speculativi.

Iader Fabbri

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