La qualità dell’aria nei centri natatori - La Palestra

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Gestione

La qualità dell’aria nei centri natatori

Come contenere l’evaporazione dell’acqua ed evitare di perdere soldi e salute

Avete presente una pentola che bolle? Avete mai fatto l’aereosol? La pulizia del viso? Vi piace il bagno turco? Ecco, per capire quanto verrà illustrato nel seguito di questo articolo è fondamentale comprendere quanto è stretta la similitudine tra una piscina coperta e le situazioni sopra elencate. L’unica cosa che impedisce di trasformare il piano vasca in un bagno turco è il fatto che la piscina è dotata di una termoventilante, cioè di una macchina fornita di ventilatori e di una batteria di riscaldamento che consente di rinnovare l’aria interna sostituendola con quella esterna. La qualità ed il dimensionamento della termoventilante sono le condizioni che determinano la distanza tra le due situazioni: migliori sono la qualità e/o il dimensionamento della macchina, più lontana sarà la situazione da bagno turco, e viceversa. Ma andiamo per ordine.

Una pentola per nuotare
Per comprendere a fondo il trattamento dell’aria di una piscina è importante approfondire il concetto di calore latente, che a sua volta è strettamente correlato ad una lampante verità spesso trascurata: in piscina c’è la pentola, perdipiù senza coperchio. La vasca, infatti, riempita di acqua calda e con una superficie molto grande in proporzione alla superficie totale, è una inesauribile fonte di evaporazione continua. Non è facile calcolare quanta acqua evapori al giorno dalla vasca di una piscina coperta, poiché il calcolo è influenzato da molteplici fattori, ma alcune pubblicazioni danno ordini di grandezza pari a 350 gr/mq/h di acqua evaporata con il 60% di umidità relativa. Facendo un rapido calcolo, per una piscina di 25 metri per 12 si arriva a 144 kg di acqua evaporata in un giorno. Alla faccia della pentola, verrebbe da dire… Questa situazione, per quanto possa a prima vista apparire paradossale, è facilmente riscontrabile da un qualsiasi gestore che spenga la ventilazione di notte in inverno. Se si potesse raccogliere e pesare la quantità di acqua condensata presente sulle superfici il mattino seguente sicuramente non si arriverebbe molto lontano dalla quantità ricavata tramite il calcolo precedente.

Il calore latente
Ma torniamo al calore latente. Se immaginiamo di riscaldare un cubetto di ghiaccio tenendolo in mano, noi non noteremo un aumento del calore dell’oggetto (calore sensibile), ma il calore della nostra mano servirà a farlo sciogliere, cioè a trasformare il suo stato fisico da solido a liquido. Il calore che il ghiaccio ha “rubato” alla nostra mano è quindi calore latente, perché non lo ritroviamo nel cubetto ma ne abbiamo osservati gli effetti vedendo il cubetto di ghiaccio sciogliersi. Se riscaldiamo l’aria di un ufficio, il calore che somministriamo attraverso i termoconvettori è praticamente tutto calore sensibile, perché quando i termoconvettori funzionano noi sentiamo caldo, quando si spengono noi sentiamo freddo. In piscina no. Purtroppo per le tasche dei gestori, la maggior parte del calore che viene immessa nell’ambiente non serve a riscaldare i bagnanti ma a far evaporare l’acqua. È calore latente, cioè, detto in modo brutale, soldi buttati via. Tanti soldi, perché dobbiamo ricordare che per scaldare di un grado centigrado un grammo di acqua serve una caloria, per riscaldare un kg di acqua serve una Kcaloria, ma per evaporare l’acqua assorbe 539 kcal per ogni kg. I 144 kg di acqua evaporata dell’esempio precedente assorbono quindi 77.616 Kcal pari a 90,26 kWh. Considerando che 1 mc di metano (Euro 0,70) produce circa 10 KWh mi serviranno 9 mc di metano, cioè circa 6 euro al giorno da buttare via per effetto dell’acqua che evapora. Si badi bene, senza aver scaldato praticamente nulla e senza considerare che l’acqua evaporata va smaltita da grossi ventilatori che assorbono energia elettrica. Altri soldi. Quello appena esposto è naturalmente un calcolo da considerare solamente indicativo, poiché le variabili in gioco sono molte.

Come risparmiare energia
Ecco che il trattamento dell’acqua in una piscina coperta diventa l’aspetto fondamentale dove si deve concentrare l’attenzione di un gestore per risparmiare energia. Prima di tutto va posta molta attenzione a come e dove sono posizionate la mandata e la ripresa dell’aria, poiché soffiare sull’acqua calda è da sempre il metodo migliore per raffreddarla costringendola ad evaporare. Più l’aria si muove lontano dallo specchio d’acqua, meglio è. La situazione peggiore, anche se ancora molto di moda nelle piscine, è quella della mandata collocata esattamente sopra lo specchio d’acqua con la ripresa a bordo vasca. Va osservato attentamente l’intero percorso che l’aria, spinta da una parte ed aspirata dall’altra, è costretta a percorrere ed è importante che questo percorso non passi attraverso la superficie dello specchio d’acqua. Altro aspetto molto importante è la velocità dell’aria, che deve mantenersi entro limiti precisi (vedi tabella). In secondo luogo è importante, anzi fondamentale, che la macchina termoventilante sia dimensionata in modo da garantire la portata sufficiente per smaltire velocemente l’acqua evaporata e che nel contempo recuperi il più possibile del calore latente che l’acqua ha “rubato” per evaporare. Non una semplice macchina che butti via l’aria carica di umidità e ne introduca di nuova spendendo moltissima energia per scaldarla, ma una macchina in grado di recuperare tutto il calore assorbito dall’aria umida e di darlo all’aria nuova e secca che viene re-immessa in ambiente. Una macchina che mi restituisca il denaro buttato nel calore latente. Il mercato offre una possibilità di scelta superiore rispetto al passato e nonostante il prezzo di una macchina termoventilante a recupero energetico sia almeno doppio, se non superiore, rispetto ad una macchina tradizionale, non c’è altra possibilità per un gestore accorto che voglia risparmiare nella conduzione energetica della piscina.
Oltre all’aspetto economico va valutato anche quello della salute dei frequentatori e degli operatori, poiché l’acqua evaporata dalla vasca è satura di composti tossici derivati dal cloro, che nella grande maggioranza dei casi sono volatili e quindi si trasmettono molto velocemente all’aria, che va smaltita in modo efficiente e veloce. Per gli operatori che trascorrono molte ore al giorno all’interno dell’impianto un efficace ed efficiente sistema di trattamento dell’aria è fondamentale per la salvaguardia della salute. Purtroppo ciò che spesso frena la diffusione di sistemi più moderni per il trattamento dell’aria è la fase di progettazione, che considera la qualità impiantistica come un “di più”, che nella maggior parte dei casi, a conti fatti, viene eliminato. Questo sempre perché la parte impiantistica non si vede, è nascosta, ed un architetto che voglia fare bella figura deve investire prima di tutto in qualcosa che faccia restare a bocca aperta chi entra per la prima volta nella nuova struttura. Il fatto che la piscina risulti ingestibile o faccia ammalare chi ci lavora, non riveste una importanza fondamentale nella fase di progettazione. Un ultimo aspetto, di importanza non trascurabile, è quello di mettere il coperchio alla pentola, almeno nelle ore nelle quali non la si usa. Coprire la vasca nelle ore in cui non è utilizzata impedisce all’acqua di evaporare, con tutti i vantaggi che alla fine di questo articolo, come spero, riuscirete ad immaginare. Va detto che per impedire l’evaporazione è sufficiente qualunque cosa, anche una pellicola di Domopack. Se poi oltre all’evaporazione si vuole impedire anche la dispersione del calore si può ricorrere ad una copertura termica.

Rossana Prola

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